IL PRESENTE DEL SETTORE BUFALINO È LA GENOMICA

Lo scorso 19 ottobre a Latina, ANASB ha organizzato il secondo importante incontro dedicato a “Le nuove frontiere della selezione nella Bufala Mediterranea Italiana”. Alla presenza di 70 allevatori bufalini del Lazio e di numerosi ed illustri ospiti, in un importante momento di informazione e di confronto, ANASB ha confermato che entro il 2022 uscirà il primo Indice Genomico della BMI

Tema centrale dell’evento è l’illustrazione dei primi risultati del Progetto BIG di cui ANASB è capofila con la fondamentale collaborazione del promotore e partner di Progetto Dipartimento di Medicina Veterinaria e Produzioni Animali dell’Università Federico II di Napoli e le importanti e qualificate consulenze dell’Istituto Zooprofilattico del Mezzogiorno, del CIPAB (Consorzio Incremento Produttivo Allevamenti Bufalini), del CNR-IBBA e del DAFNAE dell’Università di Padova.

All’incontro hanno preso parte importanti rappresentati delle Istituzioni, esponenti del settore agricolo e della filiera lattiero-casearia: Carlo Picchi Direttore Coldiretti Latina e Frosinone, Mauro Donda Direttore Generale Associazione Italiana Allevatori (AIA), Domenico Raimondo Presidente Consorzio di Tutela Mozzarella di Bufala Campana DOP, Umberto Bernabucci del Dipartimento DAFNE Università degli Studi della Tuscia, Serafino Concetti del Centro di ricerca CREA-ZA, Massimo Benvenuti della DISR VII del Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali e l’Assessore dell’agricoltura della Regione Lazio, Enrica Onorati.

Nella sua introduzione ai lavori il Presidente ANASB Nicola Palmieri, dopo i saluti di benvenuto ai numerosi allevatori bufalini presenti e ai rappresentati delle istituzioni, ha colto l’occasione per sottolineare la crescita di ANASB negli ultimi anni e di come si sia riconsolidata la fiducia degli allevatori nel loro Ente Selezionatore. In particolare il Presidente ha voluto evidenziare l’esigenza di condividere all’interno della filiera bufalina un percorso comune di innovazione e orientamento al tema della sostenibilità sociale e ambientale che è richiesta alla zootecnia nel suo insieme. Il Presidente ha poi illustrato il Progetto BIG, esprimendo grande soddisfazione per il lavoro di cooperazione applicativa con l’integrazione di competenze e professionalità svolto da ANASB e dai vari Partner di progetto, per garantire massima attenzione e condivisione nella sperimentazione della transizione dalla genetica alla genomica.

Ulteriore testimonianza dell’importante crescita realizzata negli ultimi anni è stata portata dal consigliere ANASB del Lazio, Francesco D’Ausilio. Ripercorrendo l’evoluzione del miglioramento genetico nel settore bufalino negli ultimi 30 anni, ha definito necessario – nell’ottica di un miglioramento aziendale sperimentato direttamente con ottimi risultati all’interno del suo allevamento nonché nell’interesse dell’intero comparto – il raggiungimento degli obiettivi innovativi definiti all’interno del progetto BIG.

Il Direttore Generale ANASB, Giacomo Bertolini, dopo aver salutato gli ospiti presenti e ringraziato Coldiretti per l’ospitalità all’interno del Mercato di Campagna Amica di Latina, ha presentato i numeri del progetto BIG con i suoi rilevanti investimenti: 750.000 euro di analisi genomiche e fenotipi innovativi su 6.000 animali, 130.000 euro per la realizzazione di una Biobanca di seme sessato ed embrioni e 166.000 per la digitalizzazione e un Sistema Informativo avanzato.  

Inoltre ha messo in risalto il primato a livello mondiale della banca dati della BMI di ANASB, con 1.165.800 capi iscritti a Libro Genealogico, oltre 177.750 soggetti punteggiati, 62.170 con DNA depositato, 159 tori in FA, per un totale di informazioni in database superiore ai 3 milioni e 500 mila dati anagrafici, produttivi, riproduttivi, morfologici e genetici (quali dati di sintesi di oltre 175 milioni di dati puntuali).

In conclusione il Direttore ha introdotto il filmato “Le nuove frontiere della BMI”, che racconta non solo la crescita di cui ANASB si è resa protagonista negli ultimi anni, ma anche l’importante lavoro svolto dallo Staff nel territorio degli allevamenti bufalini nel Lazio.

Al termine della proiezione è intervenuto Gianluca Neglia, professore dell’Università degli Studi di Napoli Federico II nonché responsabile scientifico e coordinatore del Progetto BIG, che ha descritto le principali innovazioni apportate dal progetto con i principali vantaggi che ne conseguiranno per i singoli allevatori e l’intero comparto. In particolare ha sottolineato come con il passaggio alla genomica si possano ottimizzare i tempi di svolgimento delle prove di progenie, in modo da ridurre considerevolmente l’intervallo generazionale attuale, ottenere una precoce indicizzazione dei tori in FA e ridurre quindi i tempi della selezione genetica in allevamento.

Stefano Biffani, ricercatore CNR-IBBA e coordinatore dell’Ufficio Studi R&S ANASB, durante il suo intervento ha poi effettuato un primo focus sulla Genomica della BMI.  Ha definito la genomica come strumento applicativo prontamente disponibile, annunciando la prima uscita al mondo di un indice genomico sperimentale nella BMI.

La seconda parte del programma è stata dedicata agli interventi delle Istituzioni, delle Università e dei Centri di Ricerca, dei rappresentanti del settore agricolo e degli operatori della filiera bufalina.

Il Direttore Generale dell’AIA, Mauro Donda nel suo intervento si è innanzitutto complimentato con i promotori del Progetto BIG e con l’intera squadra dell’ANASB: “il vostro innovativo progetto – ha detto tra l’altro – si accompagna ad indirizzi di selezione nuovi che vanno nella direzione giusta. Sostenibilità e ambiente sono anche elementi per una valorizzazione economica e commerciale dell’allevamento bufalino. La genomica ha accelerato e cambiato la selezione ma anche reso più importante la raccolta e l’acquisizione dei dati fenotipici, quelli derivanti dal Controllo Funzionale”.

“Anche per la selezione – ha poi sottolineato – è fondamentale integrare l’enorme mole di dati che oggi si possono acquisire, ma che devono fornire agli allevatori strumenti semplici per assumere decisioni nelle proprie aziende. Il Progetto LEO – ha concluso – è un grande progetto che va proprio in questa direzione”.

Il Presidente del Consorzio di Tutela della Mozzarella di Bufala Campana DOP, Domenico Raimondo, ha ribadito che l’unico modo per far fronte alle criticità che negli ultimi anni stanno mettendo in serie difficoltà il comparto, è quello di creare coesione fra i diversi protagonisti della filiera in modo da garantirne una crescita comune.

Umberto Bernabucci del Dipartimento DAFNE Università degli Studi della Tuscia, si è complimentato con tutti i partner di progetto e ha espresso la sua profonda ammirazione per gli operatori del settore bufalino, dichiarando la piena disponibilità ad avviare una stretta collaborazione con ANASB sia nei progetti in corso che per le future iniziative.

Serafino Concetti del CREA-ZA ha ripercorso i 30 anni di ricerca nell’ambito della filiera bufalina, riprendendo il discorso del Consigliere ANASB Lazio Francesco d’Ausilio sulla necessità di crescita e di innovazione per il settore. Complimentandosi per la struttura del progetto BIG ha poi portato un’importante testimonianza sulla crescita del Centro di Ricerca con sede a Monterotondo che negli ultimi anni è passato da 30 a 500 capi in mungitura, rappresentando così un esempio per tutte le realtà di questo settore e del territorio laziale.

Massimo Benvenuti dell’Ufficio DISR VII del Mipaaf ha ringraziato per il gentile invito al Convegno e si è complimentato per le attività svolte nell’ambito del Progetto europeo BIG, relativo alla sottomisura 10.2 del PSRN biodiversità animale. Gli Enti selezionatori italiani che hanno partecipato al bando del PSRN avevano come obiettivo l’implementazione di strumenti di caratterizzazione, raccolta ed utilizzo delle risorse genetiche a livello nazionale con il fine strategico di accrescere la sanità e il benessere degli animali, di ridurre l’impatto ambientale e di potenziare il contributo del settore zootecnico alla lotta ai cambiamenti climatici. Questo si è tradotto principalmente nella produzione di nuovi indici genetici che riguardano quei caratteri che hanno impatto sugli obiettivi strategici del Piano di Sviluppo Rurale Nazionale.

Alcuni di questi indici sono disponibili nella banca dati di tipo Open Data denominata LEO, di cui alla sottomisura 16.2 del citato PSRN (complementare alla 10.2). Tra questi, l’indice EPP – Indice Età al Primo Parto – elaborato da ANASB.

Benvenuti si è soffermato anche sull’importanza della divulgazione e consultazione dei dati raccolti e, al riguardo, ha evidenziato la recente pubblicazione sul sito del Mipaaf del DM consulenza, con il quale sono stabilite le modalità di accesso ai dati raccolti nelle aziende zootecniche (in relazione ai programmi genetici degli Enti selezionatori e in relazione alla sottomisura 16.2).

Per quanto riguarda invece le attività future, istituzionalmente svolte dagli Enti selezionatori e riconosciuti ai sensi del D.lgs. 52/2018, essendo ancora in corso di svolgimento il progetto di cui al più volte citato PSRN ed essendo previsto il regolamento di transizione, le stesse saranno oggetto di opportuna attenzione e valutazione già a partire dall’anno 2024.

Il Direttore Coldiretti Latina e Frosinone, Carlo Picchi, ha descritto il progetto BIG come una grande sfida di innovazione lanciata da ANASB, fondamentale da cogliere per dare delle risposte agli allevatori e a tutti i consumatori, i quali potranno sentirsi maggiormente tutelati da prodotti che provengono da una filiera tracciata e sostenibile. Ha definito inoltre gli obiettivi del progetto BIG come base per la costruzione di un allevamento che garantisca una riduzione dello spreco delle risorse e un maggior rispetto per l’ambiente.

L’Assessore Agricoltura Regione Lazio, Enrica Onorati, nel concludere i lavori, ha affermato: Il Miglioramento Genetico della Bufala Mediterranea Italiana rappresenta un obiettivo strategico per tutti gli attori della filiera: allevatori, intermediari, trasformatori; perché ognuno di queste tre figure potrebbe trovarvi giovamento economico.” In termini generali, con chiarezza, passione e determinazione, ha evidenziato quanto l’assessorato della Regione, attraverso l’attivazione di importanti finanziamenti nel quadro della Politica di sviluppo territoriale integrata, sia attivo verso i bisogni degli esponenti del settore Agro-zootecnico del Lazio.

La giornata si è quindi conclusa con i saluti del Presidente Palmieri, che ringraziando ancora una volta tutti i presenti, nel ribadire che entro la fine dell’anno verrà pubblicato il primo Indice Genomico della Bufala Mediterranea Italiana, ha colto l’occasione per presentare lo Staff degli Esperti di Razza e annunciare l’apertura a breve di un punto di contatto e di informazione ANASB a Priverno (LT) che sarà a disposizione degli allevatori bufalini del Lazio.

Azienda Agricola Popolla. La Storia

L’azienda agricola Popolla nasce ad Amaseno (FR) nel 1982 grazie alla decisione del nonno di Antonio Popolla di acquistare la prima bufala; da allora la crescita dell’azienda è stata costante ed attualmente conta circa 280 capi.

L’obiettivo principale di Antonio e suo padre è da sempre quello di allevare i propri animali in idonee condizioni di benessere animale ed è per questo che, oltre a disporre di diversi accorgimenti strutturali, l’allevamento dispone anche di una zona pascolo utilizzata soprattutto dal gruppo delle manze e dell’asciutta.

La grande attenzione per il benessere animale e la perfetta gestione di altri parametri aziendali, hanno creato i presupposti ideali per fare in modo che l’azienda potesse occupare un’importante posizione in classifica provinciale e regionale per la produzione di latte.

Uno degli aspetti che sicuramente ha contribuito alla crescita della produttività aziendale è stato sicuramente il lavoro fatto per migliorare la genetica della mandria. Attualmente l’azienda vanta infatti un elevato numero di soggetti con la qualifica di “madre selezionata”.

I risultati ottenuti dalla selezione genetica aziendale sono stati raggiunti attraverso un’attenta valutazione degli indici genetici pubblicati annualmente da ANASB, grazie ai quali, con il supporto degli esperti ANASB, è possibile creare i piani di accoppiamento in funzione delle caratteristiche genetiche e morfologiche della mandria. 

La particolare cura della selezione genetica non poteva prescindere dall’utilizzo dell’inseminazione strumentale (I.S.) e, al fine di garantire un rapido miglioramento genetico della mandria, dal 2018 ad oggi si è passati da 30 a 120 soggetti fecondati con I.S.

Un ulteriore vanto per l’azienda è sicuramente il rispetto per l’ambiente. L’azienda è stata una delle prime dell’area ad aver istallato un impianto fotovoltaico in grado di fornire energia pulita che, oltre a garantire un’importante quota energetica a basso costo, permette di diminuire fortemente l’impatto ambientale dei processi di produzione.

Gli obiettivi futuri dell’azienda sono: la costruzione di una nuova stalla con la presenza di un innovativo sistema di mungitura automatizzato e premiare il lavoro fatto con la genetica aziendale riuscendo finalmente a candidare un toro in prova di progenie.

La strategia per il futuro del settore bufalino passa dalla genomica

I delegati dei soci dell’Associazione Nazionale Allevatori della Specie Bufalina, riuniti mercoledì 20 luglio 2022 a Caserta, pianificano il rilancio dell’allevamento della Bufala Mediterranea Italiana – BMI, anche grazie alle consolidate collaborazioni con il mondo scientifico e della ricerca.

Incontro sulle nuove frontiere della selezione della BMI con, tra gli altri, l’assessore all’Agricoltura della Regione Campania Nicola Caputo, il direttore generale delle Politiche agricole regionali Mariella Passari, il dirigente Mipaaf Francesco Bongiovanni, il direttore generale dell’IZS del Mezzogiorno Antonio Limone, il componente del Cda dell’Università degli Studi di Napoli Federico II Giuseppe Campanile, il Presidente del Consorzio di Tutela della Mozzarella di Bufala Campana DOP Domenico Raimondo e il direttore di Coldiretti Campania Salvatore Loffreda.

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I soci dell’Associazione Nazionale Allevatori della Specie Bufalina (ANASB), riuniti a Caserta nella giornata di mercoledì 20 luglio 2022, hanno vissuto un importante momento di confronto, alla presenza di numerosi ed illustri ospiti.

Ai lavori della mattina, dedicati all’Assemblea Generale che, tra gli altri adempimenti, ha approvato i bilanci consuntivo 2021 e preventivo 2022, è seguito un interessante confronto, dal significativo titolo “Le nuove frontiere della selezione nella Bufala Mediterranea Italiana”.

Cuore dell’incontro, l’illustrazione dei principali contenuti e dei primi risultati del Progetto BIG (acronimo di Bufala Mediterranea Italiana – tecnologie innovative per il miglioramento Genetico), di cui ANASB è capofila e che si avvale della collaborazione di importanti e qualificati partner, in primis del Dipartimento di Medicina Veterinaria e Produzioni Animali dell’Università Federico II di Napoli – promotore e partner del Progetto – con le consulenze dell’Istituto Zooprofilattico del Mezzogiorno, del CIPAB (Consorzio Incremento Produttivo Allevamenti Bufalini), del CNR-IBBA e del DAFNAE dell’Università di Padova.

Dai lavori è emerso, infatti, il grande “lavoro di squadra” che ha consentito al Progetto BIG di porsi all’attenzione da subito come elemento innovativo per il presente ed il futuro della selezione della Bufala Mediterranea Italiana, nel rivoluzionario passaggio dalla genetica alla genomica.

Nicola Palmieri

“Con il Progetto BIG – ha affermato il Presidente ANASB, nella sua introduzione ai lavori – abbiamo accettato la sfida dell’innovazione e devo dire, con soddisfazione, che così rispondiamo sia agli allevatori che ai consumatori, con una filiera tracciata e sostenibile, sia alle istituzioni nazionali ed europee che domandano un impegno concreto per la fase della transizione ecologica e per un allevamento in grado di essere efficiente, rispettoso di ambiente e territori, teso a ridurre lo spreco di risorse. Sono sfide impegnative, ma che dobbiamo vincere. Entriamo così a pieno diritto nell’era della genomica e lo facciamo utilizzando le tecnologie avanzate anche grazie alla fondamentale collaborazione con l’Università Federico II di Napoli e l’apporto degli altri partner”.

Gabriele Di Vuolo

Al Presidente Palmieri ha fatto eco il vicepresidente ANASB e Presidente CIPAB: “Il quadro attuale – ha esordito – non può fare a meno di tener conto di alcune importanti variabili connesse alla gestione dell’allevamento bufalino, quali l’aumento del costo di produzione per litro di latte. Dobbiamo anche noi allevatori della bufala aver ben presente che quando si parla di sostenibilità ci si deve riferire soprattutto a quella economica e sociale, perché senza di essa non è possibile continuare ad essere imprenditori. In qualità anche di Presidente del CIPAB, sottolineo l’importante apporto al Progetto BIG degli oltre cento allevatori consorziati, sinergia che consente, ad esempio, la diffusione dell’utilizzo del seme sessato, l’analisi approfondita di parametri sanitari, l’azione fortemente innovativa e anticipatrice dei tempi messa in campo con la selezione genomica, lo studio di indici inerenti la resistenza alle malattie, il minor uso di farmaci in allevamento. La nostra responsabilità – ha tra l’altro concluso – anche come giovani imprenditori, è di fare squadra: ai nostri interlocutori chiediamo di supportarci con la loro grande ed insostituibile esperienza”.

Giacomo Bertolini

Una testimonianza d’impatto sul lavoro fatto da ANASB soprattutto in questi ultimi anni, caratterizzati anche dalla trasformazione in Ente Selezionatore a seguito della riforma della legge 52, è stata portata dal suggestivo filmato introdotto dal direttore che, in pochi minuti, ha illustrato come la banca dati della BMI dell’Associazione sia un unicum al mondo, con 1.165.800 capi iscritti a Libro Genealogico, oltre 177.750 soggetti punteggiati, 62.170 con DNA depositato, 159 tori in F.A., per un totale di informazioni in database superiore ai 3 milioni e 500 mila. “Con il nostro lavoro – ha affermato Bertolini, non senza aver ringraziato gli ospiti presenti e quanti hanno collaborato fin dagli inizi al rilancio dell’Associazione – abbiamo implementato un metodo di ‘cooperazione applicativa’ fondato sullo scambio e condivisione di dati e informazioni che sta dando grandi risultati. Abbiamo puntato a far risaltare il valore e l’eccellenza dei nostri animali, ma anche la qualità del latte, esaltando la valenza economica e sociale della filiera, non solo per il territorio campano. Il filmato ‘Le nuove frontiere della selezione della BMI’ realizzato dallo staff ANASB, dedicato al ricordo di Antonio Ansanelli, che manca a tutti noi, verrà diffuso anche sui canali social e vuole narrare non tanto quali sono i nostri obiettivi futuri ma quanto concretamente la nostra squadra di giovani preparati e motivati ha realmente fatto”.

I risultati di ANASB sono stati particolarmente apprezzati da tutta la platea, sia dai rappresentanti dei vari partner del Progetto BIG (in proposito il direttore Bertolini ha fatto cenno anche alla presenza di una nuova partnership a livello locale con l’importante gruppo bancario Banca Intesa) sia da quelli istituzionali, ad iniziare dall’assessore all’Agricoltura della Regione Campania, che nel suo intervento ha voluto testimoniare l’attenzione dell’amministrazione locale al settore bufalino.

Nicola Caputo

“La ricerca – ha asserito tra l’altro l’Assessore – è l’unico elemento che può farci avanzare. Per questo ringrazio per l’occasione di aver potuto conoscere ed approfondire i contenuti del Progetto BIG e le sue opportunità”. Caputo ha fatto poi un breve cenno a tutte le problematiche più attuali per il settore bufalino campano, dalla situazione sanitaria alle storture causate anche dalla tendenza alla disinformazione che offusca gli sforzi che si fanno a favore della promozione delle produzioni di qualità. Operativamente, l’Assessore, considerati anche gli importanti passi del settore, ha prospettato la realizzazione di un centro di sperimentazione sulla genetica bufalina in una nuova struttura sul territorio, individuando Cancello e Arnone quale sede possibile.

Francesco Bongiovanni

Sempre sul versante istituzionale, un contributo di chiarezza sul quadro normativo attuale e sulle prospettive per il settore bufalino è venuto dal dirigente Mipaaf. Dopo aver rimarcato come il processo di riforma del sistema allevatoriale conseguente alla revisione della legge sulla riproduzione animale (Dlgs. n. 52) abbia portato elementi positivi ma anche qualche criticità, Bongiovanni ha ricordato le difficoltà dovute alla contrazione delle contribuzioni pubbliche alle organizzazioni allevatoriali e alcune “occasioni perse” specificatamente nel settore bufalino, in merito all’accesso alle risorse del primo PSRN. “Ora – ha specificato Bongiovanni – lo sblocco dei fondi nella nuova programmazione avviata lo scorso anno consentirà anche agli allevatori bufalini di avviare un’attività proficua, dai piani di accoppiamento finalizzati a nuovi caratteri, alla genotipizzazione di più animali e lo sviluppo di una nuova serie di indici utili sia alla ricerca, sia agli allevatori e agli obiettivi indicati nella strategia europea Farm to Fork ed in quelli più generali relativi alla sostenibilità in zootecnia”.

Un contributo importante in merito alle innovazioni introdotte nel Progetto BIG è stato portato dal professor Gianluca Neglia, dell’Università degli Studi di Napoli Federico II e responsabile scientifico del progetto. Un primo focus sulla selezione genomica nella Bufala Mediterranea Italiana è stato invece prodotto da Stefano Biffani, ricercatore CNR-IBBA e coordinatore dell’Ufficio Studi R&S ANASB.

Fattivo anche l’apporto degli altri interventi istituzionali, a partire da quello di Salvatore Loffreda, direttore Coldiretti Campania, che ha richiamato la centralità e l’energia della nuova generazione di allevatori bufalini campania, di Domenico Raimondo, Presidente del Consorzio di Tutela Mozzarella di Bufala Campana DOP, che ha sottolineato l’importanza della BMI nel contesto socio-economico della Regione Campania ma anche nel contesto nazionale ed internazionale.

Il professor Giuseppe Campanile, componente del Cda dell’Università degli Studi di Napoli Federico II, nel suo fondamentale ruolo di promotore e partner del progetto, ha sottolineato l’importanza della sinergia creata in termini di innovazione e trasferimento tecnologico, che ha reso possibile lo sviluppo di BIG.

Antonio Limone, direttore generale dell’IZSM ha messo in rilievo quanto l’Istituto creda in BIG e nei suoi risvolti innovativi e trasversali per la BMI.

Maria Passari, direttore generale delle Politiche agricole, alimentari e forestali della Regione Campania, con grande determinazione e chiarezza di visione ha elencato le nuove opportunità di cambiamento e di successo della filiera bufalina campana.

Tra i presenti in sala, oltre a rappresentanti del mondo professionale agricolo campano e numerosi allevatori, anche il responsabile nazionale zootecnia di Coldiretti e coordinatore FedAna Giorgio Apostoli, il direttore tecnico A.I.A. Riccardo Negrini e Michele Blasi, direttore del DQA (Dipartimento Qualità Agroalimentare) ente terzo che certifica, tra le altre produzioni, la Mozzarella di Bufala Campana DOP.

In chiusura, oltre alla presentazione di tutto lo staff ANASB che negli ultimi anni è cresciuto e si è in parte rinnovato, il direttore Bertolini ha annunciato che una illustrazione del Progetto BIG sarà presto fatta nel dettaglio anche ai responsabili istituzionali ed agli allevatori di altre aree importanti per l’allevamento della bufala, a partire dal Lazio.

Si parte con le attività di informazione del Progetto BIG

ANASB vincitrice del Progetto di durata triennale BIG: Bufala Mediterranea Italiana Tecnologie Innovative per il Miglioramento Genetico” finanziato dalla UE nell’ambito del PSRN 2014-2020, a partire dal mese di aprile 2022 ha iniziato l’attività di informazione e disseminazione delle azioni previste da BIG nei confronti di allevatori e tecnici aziendali.

Quattro sono state le tappe già realizzate: Salerno il 21 e 27 aprile, Frosinone e Latina il 4 maggio e Caserta il 12 maggio: a seguire, entro fine maggio, sono previsti incontri a Potenza e in Lombardia.  Gli incontri hanno l’obiettivo di proseguire il comune percorso di crescita, fornendo le necessarie informazioni sullo stato di avanzamento del Progetto ma, soprattutto, raccogliere indicazioni e suggerimenti da coloro che sono considerati interlocutori privilegiati. Come ben sapete, infatti, tutte le attività che vengono realizzate da ANASB rappresentano e generano valore solo se condivise direttamente con gli Allevatori bufalini e con i tecnici che lavorano nelle loro stalle.

Le tematiche sviluppate nell’ambito degli incontri trattano molteplici aree di interesse: dalla nuova scheda di valutazione morfologica comprensiva delle nuove tare genetiche, alla messa a punto di nuovi indici di selezione collegati ai caratteri riproduttivi come l’età al primo parto (EPP) e l’intervallo tra i parti (IP) nonché le modalità di applicazione, le prove di analisi genomiche utilizzate sia per la sperimentazione del nuovo chip che per la metodologia da utilizzare per le elaborazioni, come ancora la raccolta di fenotipi innovativi in atto fondamentale per l’elaborazione di indici genetici e genomici all’avanguardia.

A conclusione dei primi incontri, è risultato del tutto evidente che il Progetto BIG contribuirà a dare un forte impulso all’innovazione nell’ambito del “miglioramento genetico e genomico” della BMI e sarà il pilastro di fondamentale importanza per la ripresa e lo sviluppo del comparto bufalino nel campo del miglioramento genetico.

Il nuovo contributo della selezione genetica alla redditività della stalla nel settore bufalino

Come noto, a partire dal 2000, il numero di capi bufalini allevati in Italia ha fatto registrare un progressivo aumento sino ad oggi (BDN, dicembre 2021) con oltre 425 mila capi totali (figura 1).

Figura 1. Numero di capi allevati in Italia dal 2000 al 2021 (dati BDN)

L’aumento della popolazione bufalina è sicuramente dovuto alla crescente domanda di latte di bufala, le cui caratteristiche lo rendono unico e indispensabile per la produzione di mozzarella.

Questo prodotto, nell’ambito della DOP, ha fatto registrare nello stesso periodo di tempo, un esponenziale aumento della produzione (figura 2), generando, solo nell’ultimo anno, un incremento del 1,6%, con un valore della produzione totale corrispondente a 426 milioni di euro (www.mozzarelladop.it). Al termine del 2021, la mozzarella di bufala campana DOP si posiziona come il terzo formaggio italiano e come quarto prodotto DOP in Italia (XVIII Rapporto Ismea-Qualivita).

Figura 2. Tonnellate di Mozzarella di bufala campana DOP prodotta dal 2000 al 2021 (dati BDN)

Ne consegue che, per fronteggiare la crescente richiesta di latte degli ultimi anni, gli allevatori hanno dovuto adottare delle strategie finalizzate al miglioramento della produttività aziendale, senza penalizzare eccessivamente le caratteristiche qualitative (grassi e proteine).

Attraverso i processi di selezione genetica, ANASB ha svolto sicuramente un importante ruolo in questo contesto di crescita della produzione, ma ancor di più, a partire dal 2018, creando un nuovo indice di selezione: l’Indice Bufala Mediterranea Italiana (IBMI). Questo indice, infatti, nasce dal confronto continuo sia con gli allevatori che con i trasformatori, dal quale si è capito come fosse necessario enfatizzare ancor di più l’attitudine casearia dei soggetti, valorizzando al tempo stesso i livelli produttivi (Kg di latte) e la morfologia funzionale. Quest’ultimo aspetto scaturisce dall’introduzione dei caratteri legati agli arti e all’apparato mammario nel calcolo dell’IBMI, favorendo di conseguenza una migliore locomozione, una buona mungibilità ed una maggiore permanenza in stalla. In tale direzione l’IBMI introduce il concetto di longevità per la prima volta nella storia della bufala mediterranea italiana (BMI).

Ed è proprio la longevità uno dei temi principali sui quali ANASB ha concentrato l’attenzione e svolto numerose ricerche, al fine di mettere a disposizione degli allevatori informazioni utili per individuare le strategie migliori per il progresso genetico della propria stalla. All’ultimo Convegno Nazionale SIB (Società Italiana di Buiatria), ANASB ha presentato un approfondimento sul tema della longevità come uno dei diversi studi preliminari per lo sviluppo dei nuovi indici di selezione previsti dal progetto BIG: Bufala Mediterranea Italiana – Tecnologie Innovative per il Miglioramento Genetico.

Nello specifico la ricerca sottolinea quanto sia importante allevare animali longevi ed evidenzia la stretta relazione che intercorre fra longevità e morfologia funzionale, con i conseguenti benefici per l’allevatore (figura 3).



Figura 3. Schema vantaggi longevità.

In tale studio sono stati individuati i caratteri che riguardano l’apparato mammario e che risultano essere maggiormente correlati con la longevità funzionale, tenendo in considerazione il quantitativo di cellule somatiche nel latte.

Considerato che le infezioni mammarie in zootecnia rappresentano un grave problema, poiché si riflettono negativamente sull’intero stato di salute degli animali con conseguenti importanti perdite economiche, uno degli aspetti che viene tenuto maggiormente in considerazione per la valutazione dello stato sanitario della mammella è quello della conta del numero delle cellule somatiche (SCC).

In base al numero di cellule ritrovate nel latte è possibile determinare lo stato di infiammazione della ghiandola mammaria che, per praticità, viene convertito su una scala logaritmica (SCS), rappresentando un indicatore di suscettibilità alla mastite.

Nonostante siano molteplici i fattori che influenzano la presenza di cellule somatiche nel latte, come i fattori ambientali (tecnica di mungitura, gestione aziendale, igiene dell’allevamento) e i fattori genetici, ANASB ha focalizzato l’attenzione sulla relazione tra la morfologia funzionale e le cellule somatiche, con l’obiettivo di guidare gli allevatori in un percorso di riduzione del valore di SCS nel latte attraverso la selezione genetica dell’apparato mammario, al fine di ottenere animali più funzionali e quindi più longevi.

Sono stati analizzati i dati appartenenti a 16.627 bufale primipare (primo parto dal 2010 al 2019) e nel modello sono stati considerati i seguenti parametri: produzione di latte, effetto allevatore, SCS, morfologia.

Dai risultati ottenuti si sottolinea come risulta essere significativo lavorare sulla morfologia dell’apparato mammario. Nella figura 4, viene messo in relazione il punteggio lineare attribuito alla valutazione della mammella con il livello di cellule somatiche; dal trend si può notare come all’aumentare del punteggio morfologico si verifica una diminuzione del valore delle cellule somatiche nel latte.


Figura 4. Media dei punteggi morfologici dell’apparato mammario e andamento del valore SCS.

Inoltre, dai risultati è emerso come una corretta morfologia relativa alla posizione e alla lunghezza del capezzolo, così come alla profondità della mammella, contribuisca anch’essa a ridurre il contenuto di SCS nel latte (figura 5).


Figura 5. Media dei valori SCS e punteggi morfologici dei seguenti caratteri lineari: posizione del capezzolo (TP), attacco anteriore (UD), lunghezza del capezzolo (TL).

In definitiva i caratteri morfologici legati all’apparato mammario nella BMI hanno mostrato un impatto significativo sulla longevità. Questo risultato è assolutamente comprensibile considerando che i caratteri valutati giocano un ruolo fondamentale nelle attività legate alla mungitura.

Lo studio in oggetto rappresenta il primo passo per lo sviluppo di una routine destinata alla prima valutazione genetica sulla longevità funzionale nella BMI, ponendo le basi per la futura applicazione di nuovi indici genetici e genomici, che rientrano tra gli obiettivi previsti dal progetto BIG.

Per la lettura completa dell’elaborato:

https://www.buiatria.it/ZeusInc/Publisher/Documents/CONGRESSI/2021/Volume%20Atti%20SIB%20Virtual%20Week%202021.pdf

Il Caseificio Polito. La Storia

L’azienda Caseificio Polito nasce ad Agropoli (SA) nel 2001 dai fratelli Francesco e Nicola Polito, allevatori e Casari di prima generazione nati e cresciuti ad Agropoli. Fin da piccoli raccontano di aver coltivato la stessa passione: avere un allevamento bufalino e trasformare il proprio latte.

Il percorso, iniziato nel 2001, racconta Francesco “che ci ha portati ad essere ciò che siamo oggi, è stato molto graduale, infatti all’inizio della nostra storia l’azienda era composta unicamente dall’allevamento e solo nel 2009, dopo il percorso svolto da mio fratello Nicola per diventare casaro, siamo riusciti ad aprire il caseificio omonimo”.

All’interno del caseificio si lavora solo il latte aziendale crudo con metodo tradizionale, si vende al dettaglio e attraverso una piccola rete di commercializzazione.

L’azienda è composta da circa 600 capi e sviluppa una sala di mungitura parallela a 14 poste completamente computerizzata. A quest’ultima è stata effettuata una modifica dell’uscita, grazie alla quale è stato possibile avere un maggior spazio che ha permesso un’ottimizzazione dei tempi di mungitura. Inoltre le bufale hanno a disposizione maggiore libertà che si associa ad una migliore condizione di benessere animale.

Un ulteriore salto di qualità per l’azienda è stata sicuramente la maggiore attenzione posta alla selezione genetica, infatti da un paio di anni in azienda si utilizza solo fecondazione artificiale. Grazie alla collaborazione di ANASB l’azienda ha avuto la possibilità di depositare campioni di DNA dei migliori capi ed utilizzare il sistema informatico “ANASB online”, così da avere sotto controllo la genetica della stalla.

In aggiunta negli ultimi anni, molto sentito è stato il tema dell’impatto ambientale che ci ha portati ad essere proiettati verso l’utilizzo di energie rinnovabili. A tal proposito è stato realizzato un impianto fotovoltaico da 50KWh che consente di ottimizzare i costi di energia salvaguardando nel contempo l’ambiente.

In azienda è presente anche un centro di lombricoltura nel quale si trasforma tutta la parte solida dei reflui zootecnici in humus, che in parte viene commercializzato ed in parte utilizzato come ammendante per i terreni aziendali. La parte liquida dei reflui viene riutilizzata sia per l’umidificazione delle vasche per la lombricoltura, che all’interno di un impianto di flushing. Quest’ultimo insieme ad un impianto di raschiatori, viene utilizzato per la pulizia dei paddock.

Le prospettive future sono quelle di continuare ad innovarsi nella lombricoltura e nei sistemi ecologici, costruendo anche un impianto di biogas e volgendo lo sguardo alla robotizzazione della stalla. Inoltre è di grande importanza per l’allevamento continuare il processo di miglioramento genetico con l’ausilio di ANASB.

A tal proposito un ultimo sogno nel cassetto è quello di produrre un toro da abilitare per l’Inseminazione Strumentale.