Azienda Agricola Popolla. La Storia

L’azienda agricola Popolla nasce ad Amaseno (FR) nel 1982 grazie alla decisione del nonno di Antonio Popolla di acquistare la prima bufala; da allora la crescita dell’azienda è stata costante ed attualmente conta circa 280 capi.

L’obiettivo principale di Antonio e suo padre è da sempre quello di allevare i propri animali in idonee condizioni di benessere animale ed è per questo che, oltre a disporre di diversi accorgimenti strutturali, l’allevamento dispone anche di una zona pascolo utilizzata soprattutto dal gruppo delle manze e dell’asciutta.

La grande attenzione per il benessere animale e la perfetta gestione di altri parametri aziendali, hanno creato i presupposti ideali per fare in modo che l’azienda potesse occupare un’importante posizione in classifica provinciale e regionale per la produzione di latte.

Uno degli aspetti che sicuramente ha contribuito alla crescita della produttività aziendale è stato sicuramente il lavoro fatto per migliorare la genetica della mandria. Attualmente l’azienda vanta infatti un elevato numero di soggetti con la qualifica di “madre selezionata”.

I risultati ottenuti dalla selezione genetica aziendale sono stati raggiunti attraverso un’attenta valutazione degli indici genetici pubblicati annualmente da ANASB, grazie ai quali, con il supporto degli esperti ANASB, è possibile creare i piani di accoppiamento in funzione delle caratteristiche genetiche e morfologiche della mandria. 

La particolare cura della selezione genetica non poteva prescindere dall’utilizzo dell’inseminazione strumentale (I.S.) e, al fine di garantire un rapido miglioramento genetico della mandria, dal 2018 ad oggi si è passati da 30 a 120 soggetti fecondati con I.S.

Un ulteriore vanto per l’azienda è sicuramente il rispetto per l’ambiente. L’azienda è stata una delle prime dell’area ad aver istallato un impianto fotovoltaico in grado di fornire energia pulita che, oltre a garantire un’importante quota energetica a basso costo, permette di diminuire fortemente l’impatto ambientale dei processi di produzione.

Gli obiettivi futuri dell’azienda sono: la costruzione di una nuova stalla con la presenza di un innovativo sistema di mungitura automatizzato e premiare il lavoro fatto con la genetica aziendale riuscendo finalmente a candidare un toro in prova di progenie.

La strategia per il futuro del settore bufalino passa dalla genomica

I delegati dei soci dell’Associazione Nazionale Allevatori della Specie Bufalina, riuniti mercoledì 20 luglio 2022 a Caserta, pianificano il rilancio dell’allevamento della Bufala Mediterranea Italiana – BMI, anche grazie alle consolidate collaborazioni con il mondo scientifico e della ricerca.

Incontro sulle nuove frontiere della selezione della BMI con, tra gli altri, l’assessore all’Agricoltura della Regione Campania Nicola Caputo, il direttore generale delle Politiche agricole regionali Mariella Passari, il dirigente Mipaaf Francesco Bongiovanni, il direttore generale dell’IZS del Mezzogiorno Antonio Limone, il componente del Cda dell’Università degli Studi di Napoli Federico II Giuseppe Campanile, il Presidente del Consorzio di Tutela della Mozzarella di Bufala Campana DOP Domenico Raimondo e il direttore di Coldiretti Campania Salvatore Loffreda.

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I soci dell’Associazione Nazionale Allevatori della Specie Bufalina (ANASB), riuniti a Caserta nella giornata di mercoledì 20 luglio 2022, hanno vissuto un importante momento di confronto, alla presenza di numerosi ed illustri ospiti.

Ai lavori della mattina, dedicati all’Assemblea Generale che, tra gli altri adempimenti, ha approvato i bilanci consuntivo 2021 e preventivo 2022, è seguito un interessante confronto, dal significativo titolo “Le nuove frontiere della selezione nella Bufala Mediterranea Italiana”.

Cuore dell’incontro, l’illustrazione dei principali contenuti e dei primi risultati del Progetto BIG (acronimo di Bufala Mediterranea Italiana – tecnologie innovative per il miglioramento Genetico), di cui ANASB è capofila e che si avvale della collaborazione di importanti e qualificati partner, in primis del Dipartimento di Medicina Veterinaria e Produzioni Animali dell’Università Federico II di Napoli – promotore e partner del Progetto – con le consulenze dell’Istituto Zooprofilattico del Mezzogiorno, del CIPAB (Consorzio Incremento Produttivo Allevamenti Bufalini), del CNR-IBBA e del DAFNAE dell’Università di Padova.

Dai lavori è emerso, infatti, il grande “lavoro di squadra” che ha consentito al Progetto BIG di porsi all’attenzione da subito come elemento innovativo per il presente ed il futuro della selezione della Bufala Mediterranea Italiana, nel rivoluzionario passaggio dalla genetica alla genomica.

Nicola Palmieri

“Con il Progetto BIG – ha affermato il Presidente ANASB, nella sua introduzione ai lavori – abbiamo accettato la sfida dell’innovazione e devo dire, con soddisfazione, che così rispondiamo sia agli allevatori che ai consumatori, con una filiera tracciata e sostenibile, sia alle istituzioni nazionali ed europee che domandano un impegno concreto per la fase della transizione ecologica e per un allevamento in grado di essere efficiente, rispettoso di ambiente e territori, teso a ridurre lo spreco di risorse. Sono sfide impegnative, ma che dobbiamo vincere. Entriamo così a pieno diritto nell’era della genomica e lo facciamo utilizzando le tecnologie avanzate anche grazie alla fondamentale collaborazione con l’Università Federico II di Napoli e l’apporto degli altri partner”.

Gabriele Di Vuolo

Al Presidente Palmieri ha fatto eco il vicepresidente ANASB e Presidente CIPAB: “Il quadro attuale – ha esordito – non può fare a meno di tener conto di alcune importanti variabili connesse alla gestione dell’allevamento bufalino, quali l’aumento del costo di produzione per litro di latte. Dobbiamo anche noi allevatori della bufala aver ben presente che quando si parla di sostenibilità ci si deve riferire soprattutto a quella economica e sociale, perché senza di essa non è possibile continuare ad essere imprenditori. In qualità anche di Presidente del CIPAB, sottolineo l’importante apporto al Progetto BIG degli oltre cento allevatori consorziati, sinergia che consente, ad esempio, la diffusione dell’utilizzo del seme sessato, l’analisi approfondita di parametri sanitari, l’azione fortemente innovativa e anticipatrice dei tempi messa in campo con la selezione genomica, lo studio di indici inerenti la resistenza alle malattie, il minor uso di farmaci in allevamento. La nostra responsabilità – ha tra l’altro concluso – anche come giovani imprenditori, è di fare squadra: ai nostri interlocutori chiediamo di supportarci con la loro grande ed insostituibile esperienza”.

Giacomo Bertolini

Una testimonianza d’impatto sul lavoro fatto da ANASB soprattutto in questi ultimi anni, caratterizzati anche dalla trasformazione in Ente Selezionatore a seguito della riforma della legge 52, è stata portata dal suggestivo filmato introdotto dal direttore che, in pochi minuti, ha illustrato come la banca dati della BMI dell’Associazione sia un unicum al mondo, con 1.165.800 capi iscritti a Libro Genealogico, oltre 177.750 soggetti punteggiati, 62.170 con DNA depositato, 159 tori in F.A., per un totale di informazioni in database superiore ai 3 milioni e 500 mila. “Con il nostro lavoro – ha affermato Bertolini, non senza aver ringraziato gli ospiti presenti e quanti hanno collaborato fin dagli inizi al rilancio dell’Associazione – abbiamo implementato un metodo di ‘cooperazione applicativa’ fondato sullo scambio e condivisione di dati e informazioni che sta dando grandi risultati. Abbiamo puntato a far risaltare il valore e l’eccellenza dei nostri animali, ma anche la qualità del latte, esaltando la valenza economica e sociale della filiera, non solo per il territorio campano. Il filmato ‘Le nuove frontiere della selezione della BMI’ realizzato dallo staff ANASB, dedicato al ricordo di Antonio Ansanelli, che manca a tutti noi, verrà diffuso anche sui canali social e vuole narrare non tanto quali sono i nostri obiettivi futuri ma quanto concretamente la nostra squadra di giovani preparati e motivati ha realmente fatto”.

I risultati di ANASB sono stati particolarmente apprezzati da tutta la platea, sia dai rappresentanti dei vari partner del Progetto BIG (in proposito il direttore Bertolini ha fatto cenno anche alla presenza di una nuova partnership a livello locale con l’importante gruppo bancario Banca Intesa) sia da quelli istituzionali, ad iniziare dall’assessore all’Agricoltura della Regione Campania, che nel suo intervento ha voluto testimoniare l’attenzione dell’amministrazione locale al settore bufalino.

Nicola Caputo

“La ricerca – ha asserito tra l’altro l’Assessore – è l’unico elemento che può farci avanzare. Per questo ringrazio per l’occasione di aver potuto conoscere ed approfondire i contenuti del Progetto BIG e le sue opportunità”. Caputo ha fatto poi un breve cenno a tutte le problematiche più attuali per il settore bufalino campano, dalla situazione sanitaria alle storture causate anche dalla tendenza alla disinformazione che offusca gli sforzi che si fanno a favore della promozione delle produzioni di qualità. Operativamente, l’Assessore, considerati anche gli importanti passi del settore, ha prospettato la realizzazione di un centro di sperimentazione sulla genetica bufalina in una nuova struttura sul territorio, individuando Cancello e Arnone quale sede possibile.

Francesco Bongiovanni

Sempre sul versante istituzionale, un contributo di chiarezza sul quadro normativo attuale e sulle prospettive per il settore bufalino è venuto dal dirigente Mipaaf. Dopo aver rimarcato come il processo di riforma del sistema allevatoriale conseguente alla revisione della legge sulla riproduzione animale (Dlgs. n. 52) abbia portato elementi positivi ma anche qualche criticità, Bongiovanni ha ricordato le difficoltà dovute alla contrazione delle contribuzioni pubbliche alle organizzazioni allevatoriali e alcune “occasioni perse” specificatamente nel settore bufalino, in merito all’accesso alle risorse del primo PSRN. “Ora – ha specificato Bongiovanni – lo sblocco dei fondi nella nuova programmazione avviata lo scorso anno consentirà anche agli allevatori bufalini di avviare un’attività proficua, dai piani di accoppiamento finalizzati a nuovi caratteri, alla genotipizzazione di più animali e lo sviluppo di una nuova serie di indici utili sia alla ricerca, sia agli allevatori e agli obiettivi indicati nella strategia europea Farm to Fork ed in quelli più generali relativi alla sostenibilità in zootecnia”.

Un contributo importante in merito alle innovazioni introdotte nel Progetto BIG è stato portato dal professor Gianluca Neglia, dell’Università degli Studi di Napoli Federico II e responsabile scientifico del progetto. Un primo focus sulla selezione genomica nella Bufala Mediterranea Italiana è stato invece prodotto da Stefano Biffani, ricercatore CNR-IBBA e coordinatore dell’Ufficio Studi R&S ANASB.

Fattivo anche l’apporto degli altri interventi istituzionali, a partire da quello di Salvatore Loffreda, direttore Coldiretti Campania, che ha richiamato la centralità e l’energia della nuova generazione di allevatori bufalini campania, di Domenico Raimondo, Presidente del Consorzio di Tutela Mozzarella di Bufala Campana DOP, che ha sottolineato l’importanza della BMI nel contesto socio-economico della Regione Campania ma anche nel contesto nazionale ed internazionale.

Il professor Giuseppe Campanile, componente del Cda dell’Università degli Studi di Napoli Federico II, nel suo fondamentale ruolo di promotore e partner del progetto, ha sottolineato l’importanza della sinergia creata in termini di innovazione e trasferimento tecnologico, che ha reso possibile lo sviluppo di BIG.

Antonio Limone, direttore generale dell’IZSM ha messo in rilievo quanto l’Istituto creda in BIG e nei suoi risvolti innovativi e trasversali per la BMI.

Maria Passari, direttore generale delle Politiche agricole, alimentari e forestali della Regione Campania, con grande determinazione e chiarezza di visione ha elencato le nuove opportunità di cambiamento e di successo della filiera bufalina campana.

Tra i presenti in sala, oltre a rappresentanti del mondo professionale agricolo campano e numerosi allevatori, anche il responsabile nazionale zootecnia di Coldiretti e coordinatore FedAna Giorgio Apostoli, il direttore tecnico A.I.A. Riccardo Negrini e Michele Blasi, direttore del DQA (Dipartimento Qualità Agroalimentare) ente terzo che certifica, tra le altre produzioni, la Mozzarella di Bufala Campana DOP.

In chiusura, oltre alla presentazione di tutto lo staff ANASB che negli ultimi anni è cresciuto e si è in parte rinnovato, il direttore Bertolini ha annunciato che una illustrazione del Progetto BIG sarà presto fatta nel dettaglio anche ai responsabili istituzionali ed agli allevatori di altre aree importanti per l’allevamento della bufala, a partire dal Lazio.