L’azienda Caseificio Polito nasce ad Agropoli (SA) nel 2001 dai fratelli Francesco e Nicola Polito, allevatori e Casari di prima generazione nati e cresciuti ad Agropoli. Fin da piccoli raccontano di aver coltivato la stessa passione: avere un allevamento bufalino e trasformare il proprio latte.

Il percorso, iniziato nel 2001, racconta Francesco “che ci ha portati ad essere ciò che siamo oggi, è stato molto graduale, infatti all’inizio della nostra storia l’azienda era composta unicamente dall’allevamento e solo nel 2009, dopo il percorso svolto da mio fratello Nicola per diventare casaro, siamo riusciti ad aprire il caseificio omonimo”.

All’interno del caseificio si lavora solo il latte aziendale crudo con metodo tradizionale, si vende al dettaglio e attraverso una piccola rete di commercializzazione.

L’azienda è composta da circa 600 capi e sviluppa una sala di mungitura parallela a 14 poste completamente computerizzata. A quest’ultima è stata effettuata una modifica dell’uscita, grazie alla quale è stato possibile avere un maggior spazio che ha permesso un’ottimizzazione dei tempi di mungitura. Inoltre le bufale hanno a disposizione maggiore libertà che si associa ad una migliore condizione di benessere animale.

Un ulteriore salto di qualità per l’azienda è stata sicuramente la maggiore attenzione posta alla selezione genetica, infatti da un paio di anni in azienda si utilizza solo fecondazione artificiale. Grazie alla collaborazione di ANASB l’azienda ha avuto la possibilità di depositare campioni di DNA dei migliori capi ed utilizzare il sistema informatico “ANASB online”, così da avere sotto controllo la genetica della stalla.

In aggiunta negli ultimi anni, molto sentito è stato il tema dell’impatto ambientale che ci ha portati ad essere proiettati verso l’utilizzo di energie rinnovabili. A tal proposito è stato realizzato un impianto fotovoltaico da 50KWh che consente di ottimizzare i costi di energia salvaguardando nel contempo l’ambiente.

In azienda è presente anche un centro di lombricoltura nel quale si trasforma tutta la parte solida dei reflui zootecnici in humus, che in parte viene commercializzato ed in parte utilizzato come ammendante per i terreni aziendali. La parte liquida dei reflui viene riutilizzata sia per l’umidificazione delle vasche per la lombricoltura, che all’interno di un impianto di flushing. Quest’ultimo insieme ad un impianto di raschiatori, viene utilizzato per la pulizia dei paddock.

Le prospettive future sono quelle di continuare ad innovarsi nella lombricoltura e nei sistemi ecologici, costruendo anche un impianto di biogas e volgendo lo sguardo alla robotizzazione della stalla. Inoltre è di grande importanza per l’allevamento continuare il processo di miglioramento genetico con l’ausilio di ANASB.

A tal proposito un ultimo sogno nel cassetto è quello di produrre un toro da abilitare per l’Inseminazione Strumentale.