Bene le prime misure di sostegno alla filiera bufalina,
ma ora serve molto in più
Le modifiche al Disciplinare di produzione della Mozzarella di Bufala Campana Dop ed il decreto del Ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali varato nella seduta del 31 marzo in Conferenza Stato-Regioni danno un po’ di spazio di manovra agli allevatori alle prese con una crisi senza precedenti, occorre però un maggior impegno finanziario per garantire il futuro
L’attuale emergenza sanitaria ed economica, determinata dalla pandemia Covid-19 – evidenzia l’Anasb, Associazione Nazionale Allevatori Specie Bufalina – , sta avendo un impatto pesantissimo anche sull’allevamento bufalino e su tutta la sua filiera, in particolare sul prodotto di punta, la Mozzarella di Bufala Campana Dop.
Si segnala soprattutto il fermo di alcuni canali distributivi, come il comparto HoReCa, il food-service , l’esportazione e la vendita diretta presso gli spacci dei caseifici, condizione che ha provocato una forte diminuzione del mercato ed una conseguente crisi di tutta la filiera bufalina.
Tra le prime azioni intraprese a sostegno della produzione e commercializzazione, il Consorzio per la Tutela della Mozzarella di Bufala Campana ha richiesto e ottenuto dal Ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali una modifica temporanea di alcune parti del disciplinare produttivo, per consentire l’utilizzo del latte bufalino oltre la sessantesima ora dalla prima mungitura.
La modifica del disciplinare ha dato la possibilità di conservare, mediante congelamento, la quota parte dei quantitativi di latte di bufala che altrimenti non sarebbe stato possibile trasformare in Mozzarella di Bufala Campana Dop.
Il provvedimento, anche nelle intenzioni del Mipaaf, si è reso necessario per evitare che il latte restasse “a terra”, compromettendo irreparabilmente l’intera componente zootecnica della filiera.
Come misura ulteriore, oltre alla modifica del disciplinare, si è aggiunto un Decreto del Mipaaf, approvato nella seduta del 31 marzo in Conferenza Stato Regioni, che riconosce ai caseifici un aiuto pari a 10 centesimi di euro, per ogni litro di latte di bufala fresco acquistato senza disdette o sconti sul prezzo, ovvero acquistato alle condizioni di mercato o contrattuali presenti prima del 1° marzo 2020, che sia successivamente congelato ed utilizzato per la produzione di Mozzarella Dop.
Questi due provvedimenti – commenta Anasb – vanno certamente nella direzione giusta, ma l’Associazione ritiene che ora sia necessario un intervento molto più incisivo direttamente a favore degli allevatori, anche perché, sebbene i trasformatori volessero continuare a congelare il latte, a breve potrebbero non avere più sia spazi a disposizione presso i centri di congelamento, sia la liquidità per poterlo acquistare.
Anche per questi motivi, Anasb sostiene sia indispensabile che il Governo nazionale, e le Regioni Campania e Lazio mettano sul tavolo un importante impegno finanziario, quantificabile tra i 20 e 30 milioni di euro, a beneficio di tutte gli allevamenti che contribuiscono alla filiera bufalina della Mozzarella.
In particolare, come già richiesto da Coldiretti Campania, si potrebbe autorizzare, al massimo per 60 giorni e per un quantitativo non superiore al 30% della effettiva produzione dell’analogo periodo del 2019, l’utilizzo del latte nella razione alimentare, riconoscendo ai produttori, sulla base dei controlli effettuati dall’organismo di controllo della Dop, un rimborso pari ad 1 euro a litro di latte. Questo ristoro si aggiungerebbe al risparmio di circa 30 centesimi, pari all’incidenza su un litro di latte della frazione proteica (sostituita nella razione alimentare dal latte bufalino) e ai 30 centesimi che oggi i trasformatori chiedono alle aziende bufaline per il congelamento. Solo questo insieme di misure potrà consentire di tenere in vita una delle filiere più importanti dell’agroalimentare italiano, ed una produzione simbolo dell’eccellenza made in Italy .